Hai presente quei viaggi che iniziano con un “vediamo com’è” e finiscono con un “ci torno di sicuro”? La Colombia è stata proprio questo: un’esplosione di colori, ritmo, natura e storie vere.
Se ti stai chiedendo quando andare, cosa vedere e che tipo di viaggio puoi fare, questo è il racconto che fa per te.
Medellín e Comuna 13: riscatto a colori
Sono atterrata a Medellín, una città che porta sulle spalle un passato difficile, ma oggi è sinonimo di rinascita urbana.
Ho esplorato la Comuna 13 da sola, ma la verità? Non avevo capito molto.
Il giorno dopo ci sono tornata con una guida locale: è lì che ho colto davvero la trasformazione del quartiere. Un tempo segnato da confini invisibili e violenza, oggi vive grazie a murales, musica e breakdance che raccontano storie di resilienza.
A 3 ore da Medellín, ho scalato la Piedra del Peñol (740 gradini… ma ne vale la pena) e visitato Guatapé, un villaggio da fiaba dove ogni casa è decorata con piastrelle colorate (gli "zocalos") che parlano di vita quotidiana.
E sì, ho assaggiato il piatto tipico della Colombia, la bandeja paisa: chicharrón (cotica di maiale fritta), platano fritto, fagioli, riso, uovo... un piatto che racconta l’anima generosa di questa terra.
Eje Cafetero: l’anima verde della Colombia
Il cuore del mio viaggio? L’ho lasciato nel triangolo del caffè.
A Salento il tempo sembra rallentare, tra botteghe artigianali, case colorate e un’atmosfera rilassata che ti avvolge. È più turistico, ma conserva un fascino autentico. Filandia è un piccolo gioiello tranquillo. La vista dal Mirador del Quindío è una delle più belle dell’intera regione, e la vita locale si respira forte: nei caffè, nelle piccole panetterie, nella gente che ti saluta per strada.
Entrambi sono base perfetta per esplorare la Valle de Cocora, con le sue palme da cera alte fino a 60 metri, avvolte dalla nebbia andina. Ho fatto trekking, visto colibrì e partecipato a un vero coffee tour in una finca dove ogni chicco è una piccola storia d’amore.
Qui si viaggia spesso in Willys, jeep coloratissime simbolo della regione. Io ci sono arrivata in bus, ma si può volare su Armenia o Pereira e poi proseguire via terra.
Per arrivarci io ho preso un bus, ma esiste anche la possibilità di un volo domestico su Armenia o Pereira, da cui si raggiungono Salento e Filandia facilmente.
Cali: la città che non smette mai di ballare
A Cali, capitale della salsa, anche i marciapiedi sembrano tenere il ritmo. La città è famosa per la sua passione per la danza, e ogni angolo pulsa di energia. Durante il mio soggiorno, ho visto persone da tutto il mondo che venivano qui per prendere lezioni di salsa, sudore e risate incluse. Ma la cosa più bella? Mi sono imbattuta per caso in una festa di quartiere. Musica, gente che ballava spontaneamente per strada, e un'atmosfera autentica e contagiosa.
Mi hanno invitata a ballare... Diciamo che ero più albero che serpente, ma l’energia era quella giusta. La salsa a Cali è così: non servono discoteche piene di turisti, basta una piazza e la musica che parte.
Verso la capitale: Bogotà
Dopo Cali, mi sono diretta a Bogotá, la capitale della Colombia. Tra le tappe imperdibili c’è il Santuario di Monserrate (3125 m slm), raggiungibile in teleferica, che offre una vista mozzafiato sulla città. Come potete vedere fa freddo, Bogotà si trova a 2640m slm.
Nei dintorni, la Laguna di Guatavita, legata alla famosa leggenda di El Dorado, racconta storie di antichi riti e misteri. Non lontano da lì, la Cattedrale di Sale di Zipaquirá è un capolavoro unico, scolpito all'interno di una miniera di sale, che merita di essere visto.
Cartagena e la costa caraibica
Foto di Zan Lazarevic su Unsplash
Dopo le montagne, ho preso un volo per la costa caraibica.
La prima tappa è stata Cartagena, una città fotogenica ma che mi ha lasciato sensazioni contrastanti. Il centro storico è un sogno coloniale: balconi fioriti, mura antiche, venditrici di frutta in abiti sgargianti. Ma è anche molto turistica, a tratti quasi scenografica.
Per scoprire qualcosa di autentico, consiglio di recarsi a Palenque de San Basilio, dove si trova la prima comunità libera di schiavi d’America. Qui, un tempo, le acconciature delle donne nascondevano vere mappe di fuga. Un viaggio nella cultura Garífuna, che resiste con forza e orgoglio.
Poi mi sono spostata verso Santa Marta e il Parco Tayrona. Qui la giungla incontra il mare: si dorme in amaca, si cammina tra sentieri selvaggi e si arriva a baie come Cabo San Juan, dove nuotare in acque cristalline circondata dalla natura. Ho incontrato i Kogui, comunità indigena che protegge queste terre e condivide con rispetto il proprio sapere.
…E se vuoi spingerti oltre?
Ci sono luoghi che non ho ancora visto, ma che già mi chiamano. Come Leticia, la porta dell’Amazzonia colombiana, dove puoi navigare sull’immenso fiume tra delfini rosa e comunità indigene o il Deserto della Tatacoa, dove il cielo è così limpido che ti sembra di toccare le stelle.
Sono esperienze più remote, più intense, più vere. Ne parlerò meglio in un altro articolo, dedicato a chi cerca una Colombia ancora più autentica, lontana dalle rotte comuni.
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Domande frequenti sulla Colombia
Quando andare in Colombia?
La stagione secca va da dicembre a marzo: perfetta per muoversi tra zone diverse. Ma la Colombia si può visitare tutto l’anno, scegliendo l’area giusta in base al meteo.
Serve il passaporto?
Sì, con almeno 6 mesi di validità residua. Per soggiorni turistici fino a 90 giorni, non è necessario il visto per i cittadini italiani.
Sono richieste vaccinazioni?
Non ci sono vaccinazioni obbligatorie, ma è fortemente consigliata la febbre gialla, soprattutto se si visitano zone come l’Amazzonia o la Sierra Nevada. Consulta sempre il sito di ViaggiareSicuri.
Quante ore di volo servono?
Circa 12 ore per Bogotá o Medellín con voli diretti o con uno scalo, in genere via Madrid, Amsterdam o Parigi.
È sicura la Colombia?
Oggi sì, con le giuste precauzioni. Le zone turistiche sono generalmente sicure, ma è bene evitare zone isolate di notte e seguire le indicazioni locali.